80° anniversario della Morte del Dott. Filippo PALIERI
SEZIONE DI RIETI






Il 13 aprile 2025 in occasione dell’80° anniversario della morte di Filippo Palieri, medaglia d’oro al merito civile deceduto presso il campo di prigionia di Wietzendorf il 13 aprile 1945, la Sezione ANPS alla presenza del Questore di Rieti Mauro Fabozzi e del Sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, ha deposto un cuscino presso la targa a lui dedicata nel quartiere di Villa Reatina. Alla cerimonia oltre ad un nutrito gruppo di Soci ha partecipato personale della Polizia di Stato. Dopo il ricordo della figura del Palieri da parte del Questore, Don Fabrizio Borrello, Cappellano della Polizia di Stato, ha impartito la Benedizione. La Cerimonia è poi proseguita in Questura presso la Sala Conferenze intitolata proprio al Palieri dove Don Borrello, ha celebrato una Messa in suffragio del Commissario di P.S. Filippo Palieri, Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria, deceduto il 13 aprile 1945, poco prima della liberazione del lager di Wieztendorf.
Filippo Palieri nasce a Cerignola (Foggia) il 22 maggio 1911, arrestato assieme al collega Commissario Salvatore Poti, dai Comandi tedeschi il 4 ottobre 1943, morì il 13 aprile 1945 nel lager di Wietzendorf. Allievo della scuola Militare della Nunziatella di Napoli, si laurea in Giurisprudenza a Roma nel 1933. Il 16 luglio 1935, superato favorevolmente il concorso di vice commissario, è destinato alla Regia Questura di Rieti, dove si fa apprezzare per professionalità e competenza, tanto che ne diviene Capo di Gabinetto; nel 1943, a causa dell’assenza del Questore per malattia, ne assume la reggenza. Attivo collaboratore della Resistenza italiana dei movimenti partigiani attivi sulle montagne della Sabina, nel settembre del 1943 si oppone all’ordine del comando tedesco di arrestare in quarantotto ore oltre300 artigiani, tecnici ed operai specializzati e autisti reatini, destinati a essere deportati in Germania per il lavoro coatto, nascondendo alle autorità tedesche la lista di nominativi ed avvisando gli stessi personalmente del pericolo, tanto che molti riescono a rendersi irreperibili. Pochi giorni dopo rifiuta di eseguire un ordine di rappresaglia, circostanza questa che motiva i tedeschi il 4 ottobre 43 a trarlo in arresto per poi deportarlo. Il Prefetto di Rieti in un rapporto informativo datato 12 novembre 1943 scrive:«Il funzionario in oggetto, proveniente da Roma, assunse servizio presso la locale Questura in data 16 luglio 1935, espletando sempre il suo servizio con zelo ed intelligenza. Iscritto al partito fascista il 21.4.1940, non ha dimostrato attaccamento al fascismo, per cui il 4 ottobre 1943 venne tratto in arresto dal Comando Militare tedesco ed internato in Germania ove tuttora trovasi. E’ ammogliato con 3 figli». Il funzionario, avendo compreso che la sua azione in favore della popolazione (e del movimento resistenziale) è stata individuata dalle SS, decide di non sottrarsi alla cattura con la fuga per evitare rappresaglie sulla famiglia, come poi sarebbe accaduto alla cognata Lilia Annesi, imprigionata a via Tasso a causa della irreperibilità del marito Marcello Perez, aderente alla Brigata Matteotti. Arrestato dai nazisti, il 4 ottobre 1943, insieme al collega Commissario Salvatore Poti (come lui deportato ma sopravvissuto) e ad altri cittadini reatini, per “mancata collaborazione”. Deportato nel campo di concentramento polacco di Luckienwalden e quindi a Wietzendorf, il Funzionario rifiuta sempre qualsiasi forma di collaborazionismo con gli invasori tedeschi anche quando l’offerta gli viene rinnovata il 19 marzo 1945. Palieri si trova, quel giorno, provato dagli stenti e dalle sofferenze, nell’infermeria del lager; i nazisti lo rimandarono allora tra i prigionieri. Non rivede più, come aveva previsto e confidato a Salvatore Poti, i genitori, la moglie (Giuliana Annesi) e i tre figli. Muore il 13 aprile 1945, poco prima della liberazione del campo di Wieztendorf.